L'Economist a Berlusconi: "Time to say 'addio''

giovedì 3 dicembre 2009

"Time to say 'addio'' (E' tempo di dire addio): con questo titolo, e la parola 'addio' in italiano, l'Economist in edicola domani afferma in uno dei suoi editoriali che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (che nell'occhiello chiamano 'Il nostro primo ministro preferito') "dovrebbe andarsene".

"La carriera politica di Silvio Berlusconi è sul limite. Dovrebbe andarsene", si legge nel sommario del pezzo, nel quale si ricordano alcune delle vicende che hanno coinvolto il premier nell'ultima settimana, definita "una brutta settimana, anche per i suoi standard": dalla multa per il caso Mondadori, alla richieste della moglie Veronica per il divorzio, dalla ripresa del processo Mills, a "nuove accuse che vengono fatte su connessioni del passato con la mafia". L'Economist ricorda la propria 'coerenza': "criticammo la sua discesa in politica nel 1993-94. Nel 2001 abbiamo detto che era inadatto a governare l'Italia. Nel 2006 consigliammo gli elettori italiani di dire 'Basta!'. Nel marzo 2008 li abbiamo invitati a sostenere il suo avversario di centrosinistra".

Ma ricorda anche come la rivista abbia evitato in larga parte i presunti scandali sessuali, concentrandosi "sue due questioni più sostanziali: i conflitti di interesse tra il suo lavoro negli affari e quello in politica, e la performance del suo governo". L'Economist parla quindi di "risposta dilatoria in maniera scioccante del governo Berlusconi" davanti alle difficoltà economiche dell'Italia, e evidenzia come le questioni legate al tema giustizia "hanno distratto lui e il suo governo dalle loro altre responsabilità ". E critica: "non ha promosso il tipo di riforme economiche di cui c'é bisogno per ridare competitività al Paese". Il settimanale parla poi di "politica estera eccentrica", "squilibrata rispetto a quella degli alleati occidentali" notando i contatti con Putin, Gheddafi e Lukashenko.

"Sotto Berlusconi, l'Italia continua a boxare sotto alla sua categoria di peso, nell'Ue e nel mondo". Infine, l'Economist parla di possibili successori, e menziona Fini ("che complotta apertamente per estromettere Berlusconi", scrive), Casini e Bersani, nell'opposizione: "Chiunque sia, potrebbe anche completare la trasformazione del Paese, che Berlusconi ha bloccato quando è salito sul palcoscenico della politica negli anni 90. L'Italia starebbe meglio se il cavaliere (in italiano) uscisse ora a cavallo dalla scena", conclude. Nel numero in edicola domani, del quale è stata fornita un'anticipazione il settimanale pubblica anche un altro articolo, dal titolo "Sotto attacco da ogni parte", nel quale analizza quello che definisce "un impressionante insieme di guai in cui è immerso" il primo ministro italiano ed "il crescente isolamento che lo circonda".

(fonte: Ansa)



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Presidente Sandro Pertini - l'appello ai giovani

mercoledì 25 novembre 2009


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No Berlusconi Day: IL Fatto del 24 Novembre 2009

martedì 24 novembre 2009





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La lista di tutte le Leggi Ad Personam di Silvio Berlusconi

Qui di seguito tutte le leggi approvate dal 2001 ad oggi dai governi di centrodestra che hanno prodotto benefici effetti per Berlusconi e le sue società.

1 Legge n. 367/2001. Rogatorie internazionali. Limita l'utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria. La nuova disciplina ha lo scopo di coprire i movimenti illeciti sui conti svizzeri effettuati da Cesare Previti e Renato Squillante, al centro del processo "Sme-Ariosto 1" (corruzione in atti giudiziari).

2 Legge n. 383/2001 (cosiddetta "Tremonti bis"). Abolizione dell'imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni. (Il governo dell'Ulivo l'aveva abolita per patrimoni fino a 350 milioni di lire).

3 Legge n.61/2001 (Riforma del diritto societario). Depenalizzazione del falso in bilancio. La nuova disciplina del falso in bilancio consente a Berlusconi di essere assolto perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato" nei processi "All Iberian 2" e "Sme-Ariosto2".

4 Legge 248/2002 (cosiddetta "legge Cirami sul legittimo sospetto"). Introduce il "legittimo sospetto" sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo ("In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l'incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto, la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la Corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell'imputato, rimette il processo ad altro giudice"). La norma è sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati.

5 Decreto legge n. 282/2002 (cosiddetto "decreto salva-calcio"). Introduce una norma che consente alle società sportive (tra cui il Milan) di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali.


6 Legge n. 289/2002 (Legge finanziaria 2003). Condono fiscale. A beneficiare del condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset.


7 Legge n.140/2003 (cosiddetto "Lodo Schifani"). E' il primo tentativo per rendere immune Silvio Berlusconi. Introduce ildivieto di sottomissione a processi delle cinque più altre cariche dello Stato (presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Consiglio). La legge è dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 13 del 2004.

8 Decreto-legge n.352/2003 (cosiddetto "Decreto-salva Rete 4"). Introduce una norma ad hoc per consentire a rete 4 di continuare a trasmettere in analogico.

9 Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004). Legge 311/2004 (Finanziaria 2005). Nelle norme sul digitale terrestre, è introdotto un incentivo statale all'acquisto di decoder. A beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solari. com, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp". La società controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi.

10 Legge 112/2004 (cosiddetta "Legge Gasparri"). Riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni. Introduce il Sistema integrato delle comunicazioni. Scriverà il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi: "Il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti".

11 Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Nella scia del condono edilizio introdotto dal decreto legge n. 269/2003, la nuova disciplina ammette le zone protette tra le aree condonabili. E quindi anche alle aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi.

12 Legge n. 251/2005 (cosiddetta "ex Cirielli"). Introduce una riduzione dei termini di prescrizione. La norma consente l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Lodo Mondadori", "Lentini", "Diritti tv Mediaset".

13 Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complementare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.

14 Legge 46/2006 (cosiddetta "legge Pecorella"). Introduce l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento. La Corte Costituzionale la dichiara parzialmente incostituzionale con la sentenza n. 26 del 2007.

15 Legge n.124/2008 (cosiddetto "lodo Alfano"). Ripropone i contenuti del 2lodo Schifani". Sospende il processo penale per le alte cariche dello Stato. La nuova disciplina è emenata poco prima delle ultime udienze del processo per corruzione dell'avvocato inglese Davis Mills (testimone corrotto), in cui Berlusconi (corruttore) è coimputato. Mills sarà condannato in primo grado e in appello a quattro anni e sei mesi di carcere. La Consulta, sentenza n. 262 del 2009, dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.

16 Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l'IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset.

17 Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

18 Disegno di legge sul "processo breve". Per l'imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità). Una norma transitoria applica le nuove norme anche i processi di primo grado in corso. Berlusconi ne beneficerebbe nei processi per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

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No Berlusconi Day: Giovedi 26 rassegna stampa del comitato promotore

Il Comitato Promotore “No Berlusconi Day” incontrerà i giornalisti il giorno Giovedì 26 novembre 2009, alle ore 10:30, presso la saletta del Cinema “Detour” in via Urbana 107, Roma.
Nel corso della conferenza stampa verranno illustrate dai promotori le ragioni e la natura dell’iniziativa che culminerà nella manifestazione del 5 Dicembre a Roma. La prima iniziativa di queste proporzioni promossa a partire da Facebook e dai blog. Inoltre, verranno fornite le prime stime sulla partecipazione, i dati relativi alla costituzione dei comitati locali in Italia e nel mondo, i dettagli del programma della manifestazione e le prime notizie sui relatori che parleranno dal palco.

Con preghiera di diffusione e di partecipazione

ROMA, 23 novembre 2009


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NoBerlusconiDay: il movimento non si scioglierà dopo la manifestazione

lunedì 23 novembre 2009

Non ha ancora deciso cosa farà «da grande», se l’avvocato o il ma­gistrato. O se asseconderà fino in fon­do la sua passione per il web. Intanto gira armato di note book e iphone , e ri­spolvera di tanto in tanto nientemeno che la Divina commedia cliccando spesso sull’icona predefinita. «Leggere Dante è un obbligo — ripete dai tempi del liceo — rileggerlo una necessità, sentirlo presagio di grandezza».
Giuseppe Grisorio da Cassano Mur­ge, 26 anni, capelli lunghi e pizzetto al­la D’Artagnan, è il volto, il «ragazzo co­pertina » se si preferisce, scelto dal co­ordinamento nazionale del «No Berlu­sconi day» per illustrare obiettivi e fi­nalità del movimento. L’altra sera era ad Annozero. L’«Nbd», questo l’acroni­mo del gruppo nato sul social network Facebook, si è in poco più di un mese progressivamente scollato dalla Rete per assumere una fisicità sempre più marcata con sedi di coordinamento in Italia (80) e all’estero (finanche a Bue­nos Aires e Sacramento).
Un fenome­no inarrestabile, nato intorno all’idea di portare sabato 5 dicembre in piazza a Roma quanti vorrebbero che il presi­dente del Consiglio Silvio Berlusconi si dimettesse dalla carica per farsi proces­sare da comune cittadino. Il successo che ne è scaturito è stato travolgente. Lì dove non sono riusciti i partiti tradizionali a muovere decine di migliaia di persone ci ha pensato un nugolo di bloggers , che è stato capace di convogliare in un unico gruppo quei mille e più rivoli di dissenso. Alle 18.30 di ieri pomeriggio la pagina del gruppo su Facebook aveva raggiunto oltre 303 mila adesioni. Altre 3 mila erano state raccolte in poche ore dopo la comparsata della sera prima di Griso­rio nel «ring» di Michele Santoro.

Possibile che in così poco tempo siate stati capaci di tanto?
«Quella pagina è lì dal 9 ottobre — dice Grisorio — ma è solo da un po’ che i media italiani si sono degnati di occuparsi del fenomeno. E pensare che Al Jazeera english ci aveva già fatto un servizio a metà ottobre».

Ma come si è ritrovato in questo meccanismo, da che militanza pro­viene?
«Non ho mai avuto la tessera di un partito in vita mia, non ho mai fatto po­litica attiva. Ma questo non vuol dire che non abbia avuto le mie idee e che non le abbia manifestate sin dai tempi del liceo».

E quindi da dove nasce questo rin­novato impegno?
«La nostra idea è stata proprio quel­la di restituire alla cittadinanza attiva il diritto di manifestare le proprie opinio­ni. Di convogliare in un unico conteni­tore idee, esperienze e posizioni che for­se avevano necessità di stare assieme».

Sì ma è troppo facile prendere a pretesto il malumore che c’è oggi nel Paese verso chi governa...
«Non è così. Abbiamo avuto succes­so e risonanza perché siamo stati capa­ci di occupare uno spazio lasciato libe­ro dalla politica, perché abbiamo mes­so a frutto le potenzialità di uno stru­mento che la politica non utilizza se non in campagna elettorale».

Tutto ruota intorno ad un appel­lo, che comincia con un atto d’accu­sa nei confronti del premier e ter­mina con la messa in mora dell’op­posizione.
«Un appello tradotto in 12 lingue, compreso il cinese e l’arabo, e rilancia­to anche in inglese sulla piattaforma Twitter. E che recita, tra le altre cose, che Berlusconi deve dimettersi e difen­dersi come ogni cittadino davanti a un tribunale della Repubblica per le accu­se che gli vengono rivolte».

E al capitolo dell’opposizione?
«Riteniamo che il finto fair play di una parte di essa costituisca un atto di omesso soccorso alla nostra democra­zia, atto del quale chi se ne è reso re­sponsabile risponderà eventualmente davanti agli elettori».

E quanti pensate aderiranno all’ap­pello scendendo in piazza della Re­pubblica?
«Contiamo sul coinvolgimento di 500 mila persone. Ma sul palco di piaz­za del Popolo non ci saranno politici né saranno ammesse bandiere ed em­blemi partitici. Questa è una partita che vogliono e devono giocarsi i citta­dini, di politica ce ne è tanta ma di par­titi non ne vogliamo».

Eppure sono fioccate le adesioni dei Comunisti italiani, di Prc, del­l’Idv...
«Noi non abbiamo fatto inviti se non alla società civile e alle reti so­ciali ».

Il Pd non ci sarà. Il presidente Ro­sy Bindi proprio in un contradditto­rio con lei ha detto in tv di non condi­videre la richiesta di dimissioni del presidente Berlusconi.
«È una opinione che rispettiamo».

Il movimento si scioglierà dopo il No Berlusconi day?
«Neanche per sogno. Questa voglia di sano protagonismo deve restare in piedi e noi le garantiremo ogni stru­mento».

Perché fra tanti altri vi siete ispira­ti al colore viola?
«Abbiamo escluso tutti quelli già tra­dizionalmente presenti nei loghi dei partiti. I bambini, dicono gli studi, usa­no il viola nei loro disegni perché indi­ca una voglia di comunicare e allo stes­so tempo un desiderio di visibilità. Noi ci siamo ispirati a questo».


(fonte: corrieredelmezziogiorno.corriere.it)


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Notizie dal web: adesioni internazionali, anche il padre del Software libero

domenica 22 novembre 2009

Il No Berlusconi Day si tiene ANCHE a LISBONA sabato 5 dicembre, ore 14, davanti all’Ambasciata italiana di Praça Dom Pedro IV (ROSSIO). Inoltre Richard Stallman ha comunicato sul suo sito di aver dato la propria adesione al NO BERLUSCONI DAY del prossimo 5 dicembre.
(Richard Stallman è il geniale programmatore americano – ebbene… si, per noi è un genio – che negli anni ‘80 dette vita al software libero creando, per la sua diffusione, la Free Software Foundation)

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